Quante volte siamo entrati in un negozio, un centro commerciale o un ristorante e ci ha accolto una piacevole musica di sottofondo?
Bene, prima di immergerci nei dettagli tecnici (senza esagerare, almeno in questo articolo), concentriamoci sugli aggettivi "discreto" e "piacevole". Questi sono fondamentali per una diffusione sonora di qualità e, di conseguenza, per un impianto audio efficace. Se questi non fossero presenti, il risultato sarebbe pessimo e l'effetto addirittura controproducente. Ma procediamo con ordine.
Quando si affronta la progettazione e la realizzazione di un impianto per la sonorizzazione di una venue, che sia un negozio, un ristorante, un centro congressi, un hotel o un centro commerciale, è essenziale raccogliere informazioni sulla sede, sulle attività previste e stimare gli ambienti da sonorizzare. Si delimitano le aree e si stila una lista dei prodotti e delle tecnologie da impiegare.
Una volta decise le stanze da sonorizzare e stilato uno schema dettagliato dei diffusori, inclusa la scelta del posizionamento degli amplificatori, si passa alla progettazione della distribuzione del segnale. Diverse aree hanno esigenze diverse di programma sonoro e volume, richiedendo la possibilità di ricevere segnali diversi in qualsiasi momento per garantire flessibilità e funzionalità. Le matrici di segnale (Audio Matrix) svolgono un ruolo cruciale. Queste apparecchiature elettroniche consentono di commutare diverse sorgenti (siano esse audio, video o miste) verso diverse destinazioni, fungendo da "core" del sistema. Un esempio pratico è l'OMNIS-100 Multi Player di Helvia, un modulo rack che incorpora tecnologie per la connessione remota tramite rete wireless e bluetooth, oltre alle connessioni fisiche fornite da porte USB, LAN, RCA, audio ottico e coassiale.
Sempre di casa Helvia, l'HMX-44 Matrix è un altro strumento di grande semplicità ed efficacia, in grado di ricevere 4 segnali in ingresso e veicolarne 4 in uscita.
Una volta scelta la matrice si passa alla distribuzione vera e propria del segnale che avviene tipicamente tramite cavi in rame. Entriamo adesso nel “magico” mondo del 100 Volt.
Perché si sente spesso parlare di 100 Volt nelle installazioni audio commerciali? Questa scelta implica la trasformazione del segnale audio in un segnale fino a 100 V, che poi, all'interno dell'altoparlante, viene riportato a un voltaggio basso e trasformato in onde sonore. Tra i vantaggi principali c'è la riduzione delle perdite di segnale su lunghe distanze, grazie alla bassa impedenza e alla possibilità di utilizzare cavi con sezione ridotta, facilitando l'installazione e riducendo i costi di cablaggio. La tensione costante consente anche di collegare numerosi altoparlanti alla stessa linea senza preoccuparsi della variazione di impedenza e senza perdita significativa di qualità audio.
Nonostante questo, come è immaginabile, esistono anche degli svantaggi che questa tecnologia porta con sé e sono principalmente legati alla qualità sonora generale, soprattutto quando si deve trasmettere un vero e proprio programma sonoro in stereofonia, e alla ridotta potenza che questo sistema può veicolare.
Una volta scelta e installata la matrice, con le sorgenti collegate tramite cavo o tecnologie wireless, e il sistema cablato, è il momento di scegliere i diffusori. Per la musica diffusa senza particolari esigenze di pressioni basse, sono consigliati diffusori più piccoli posizionati a distanze opportune, con il trasporto del segnale tramite 100 Volt. Se invece è necessario riprodurre un programma musicale più potente con presenza sulle basse frequenze, occorre utilizzare diffusori (Woofer) più grandi e potenti, con diverse opzioni come l'uso di diffusori ad alta impedenza. La scelta dipende dalle esigenze del cliente.
Dal catalogo Helvia, ci sono numerose soluzioni per la scelta degli altoparlanti, come le linee Onda e Gala da incasso, facili da installare con finiture e materiali gradevoli, o le più potenti Deko e le nuovissime (e performanti) Liveo.
Un altro piccolo approfondimento, in calce a tutto quanto abbiamo detto in questo articolo, è sicuramente da dedicare al concetto di intelligibilità. L’intelligibilità di riferisce al parlato diffuso ed è ovviamente legata alla facilità o meno di riuscire a comprendere ciò che viene detto e diffuso. Purtroppo questo è uno degli aspetti più critici per un sistema di diffusione proprio perché non è raro che in un ambiente più o meno grande non si riesca a distinguere bene il parlato e do conseguenza si ignori il messaggio. L’intelligibilità è talmente importante che non viene misurata a “sensazione” ma con parametri reali e codificati scientificamente. In generale l'indice di intelligibilità si riferisce alla misura dell'efficacia con cui un messaggio vocale può essere compreso da un ascoltatore e il suo parametro più usato e conosciuto è senza dubbio, STI, Speech Transmission Index.
Lo STI misura la qualità della trasmissione del parlato attraverso un sistema di comunicazione elettronica. L'indice varia da 0 a 1, dove 1 indica un'elevata intelligibilità e 0 indica nessuna intelligibilità. Per migliorare l'intelligibilità, vengono spesso adottate diverse strategie, come l'utilizzo di microfoni di qualità, altoparlanti adatti ma, ancor prima, tecniche di riduzione del rumore e l'ottimizzazione dell'acustica dell'ambiente. Per questo motivo, ancora una volta, strumenti utilizzati e trattamento acustico della venue sono due aspetti di pari importanza.